Venezia affonda: una ricetta per salvarla , nuove soluzioni per il consolidamento delle fondazioni
VENEZIA, 12 settembre 2011 - I peggiori nemici di Venezia non sono il turismo di massa e il moto ondoso, bensì molluschi e crostacei. Proprio questi animaletti trasmettono la ‘malattia’ più grave alle palafitte che sorreggono le fondamenta lagunari, minando così la stabilità degli edifici.
Le teredini, in particolare, o molluschi bivalvi, perforano le costruzioni lignee, che siano pali sommersi, scafi, tronchi, palafitte o manufatti. Queste specie scavano delle vere e proprie gallerie internamente alle palificazioni, compiendo (anche se involontariamente) incredibili danni.
In sintesi, un legno colonizzato dalle teredini può apparire esternamente integro, o con minime perforazioni, risultando al contrario, internamente, pesantemente degradato.
Il veneziano Roberto Padoan, subacqueo di professione, una soluzione però ce l’ha. Comandante master yachts e navi da diporto, esperto conoscitore
delle problematiche lagunari della sua città, ha ideato un brevetto che permette il trattamento delle palafitte colpite dalle teredini.
Le caratteristiche ambientali influenzano nettamente le capacità di sopravvivenza e di sviluppo di questi animali marini. Temperatura e salinità sono i fattori che condizionano primariamente le teredini.
Durante l’inverno, alle temperature raggiunte in laguna, i molluschi rallentano l’attività di scavo fino a cessare di alimentarsi, raggiungendo invece il massimo della loro attività durante il periodo estivo.
Di tutto questo si parlerà al convegno “Venezia e le sue fondazioni, i rischi e le soluzioni” in programma il 26 settembre alle ore 15 all'Ordine degli Ingegneri di Venezia (Dorsoduro, Sestiere Santacroce 493).Seguirà tavola rotonda.