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Punta della Dogana - Palazzo Grassi , Pinault Collection: appuntamento a Venezia con la mostra collettiva DANCING WITH MYSELF , e ‘Cows by the Water’, la mostra personale di Albert Oehlen

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aprile 2018 - Appuntamento a Venezia domenica 8 aprile con due mostre:

Apre a Punta della Dogana  fino al 16 dicembre 2018  la mostra collettiva “Dancing with Myself” a cura di Martin Bethenod e Florian Ebner.

Nata dalla collaborazione tra la Pinault Collection e il Museum Folkwang di Essen, la mostra è stata presentata in una prima versione a Essen nel 2016. L’esposizione è stata profondamente ripensata per gli spazi di Punta della Dogana, con oltre 56 opere non esposte nel museo tedesco.

“Dancing with Myself” indaga l’importanza primordiale della rappresentazione di sé nella produzione artistica dagli anni ’70 a oggi e del ruolo dell’artista come protagonista e come oggetto stesso dell’opera. Attraverso un’ampia varietà di pratiche artistiche e linguaggi (fotografia, video, pittura, scultura, installazioni…), di culture e provenienza, di generazioni ed esperienze, la mostra mette in luce il contrasto tra attitudini differenti: la malinconia e la vanità, il gioco ironico dell’identità e l’autobiografia politica, la riflessione esistenziale e il corpo come scultura, effigie o frammento, e la sua rappresentazione simbolica.
La mostra accompagna il visitatore lungo quattro tematiche che si sviluppano in un percorso fluido negli spazi di Punta della Dogana - Melancolia, Giochi d’Identità, Autobiografie Politiche, Materia Prima – attraverso oltre 140 opere con un nucleo di 116 lavori dalla Pinault Collection, dei quali oltre 80 mai esposti prima a Venezia, posti in relazione con una selezione di opere provenienti dal Museum Folkwang.
Sono 32 gli artisti rappresentati, tra loro Marcel Bascoulard, Marcel Broodthaers, Damien Hirst,Giulio Paolini si aggiungono a quelli già presentati a Essen nel 2016.
Il grande formato degli autoritratti di Rudolf Stingel, i lavori iconici degli inizi del duo Gilbert & George, le sculture di Alighiero Boetti, Urs Fischer, Robert Gober e Maurizio Cattelan, le opere di Cindy Sherman contraddistinte dalla rappresentazione postmoderna dei ruoli tradizionali e le critiche sociali e politiche degli artisti come LaToya Ruby Frazier, Paulo Nazareth, Adel Abdessemed e Lili Reynaud-Dewar danno origine a un dialogo vivace che riflette sulla visione del sé nell’arte del ventesimo e all’inizio del ventunesimo secolo e che ci porta nel pieno del dibattito del nostro tempo.
Il catalogo della mostra presenta testi di Martin Bethenod e Florian Ebner, Thibault Boulvain, Enrico Camporesi, Anne Fricke, René Grohnert, François Jonquet, Sam Korman, Patrick Martinat, Angela Mengoni, Jonathan Pouthier, Jean-Marc Prévost, Abigail Solomon-Godeau, Stefanie Unternährer e Angela Vettese.
La mostra è accompagnata da eventi collaterali di approfondimento, tra cui l’incontro con gli artisti Gilbert & George e la proiezione del loro film The World of Gilbert & George e la presentazione della prima traduzione italiana del pamphlet di Claude Cahun, Les Paris sont ouverts. La mostra “Dancing with Myself” è organizzata in collaborazione con:MUSEUM FOLKWANG.

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In contemporanea fino a 6 gennaio 2019   Palazzo Grassi presenta ‘Cows by the Water’, la mostra personale di Albert Oehlen (1954, Krefeld, Germania) nell’ambito del programma delle monografie di artisti contemporanei – inaugurato a Palazzo Grassi nell’aprile 2012 con Urs Fischer e proseguito con Rudolf Stingel, Irving Penn, Martial Raysse, Sigmar Polke e Damien Hirst – alternate a esposizioni tematiche della Pinault Collection.
La mostra, a cura di Caroline Bourgeois, traccia un percorso lungo la produzione dell’artista attraverso una selezione di oltre 80 opere, dalle più note a quelle meno conosciute, dagli anni ‘80 a oggi, provenienti dalla Pinault Collection e da importanti collezioni private e musei internazionali.
Il percorso espositivo, concepito insieme all’artista appositamente per gli spazi di Palazzo Grassi,non segue un ordine cronologico ma un ritmo sincopato tra i diversi generi, a voler rappresentare il ruolo della musica nella produzione di Albert Oehlen, metafora del suo metodo di lavoro dove contaminazione e ritmo, improvvisazione e ripetizione, densità e armonia dei suoni, diventano gesti pittorici.
Pur rifiutandosi di appartenere a una corrente o a un movimento artistico specifico, Albert Oehlen si è affermato come uno dei protagonisti della pittura contemporanea grazie a una ricerca in continua evoluzione dedicata al superamento dei limiti formali e alle sperimentazioni, più che al soggettodell’opera.
“Albert Oehlen è un artista che ama perseverare. Se i temi ritornano è per approfondire, testare il suo lavoro, riprenderlo per metterlo in discussione e trattarlo ogni volta in modo diverso”, così Caroline Bourgeois descrive il lavoro dell’artista.
Lo storico dell’arte Jean-Pierre Criqui suggerisce nel suo testo in catalogo, di “vedere le opere di Albert Oehlen come territori. In realtà, l’impressione di confine, limite, riorganizzaizione è molto frequente. La legge segreta - mai enunciata, incessantemente modificata - che presiede a queste creazioni è quella del palinsesto, della sedimentazione, degli strati sovrapposti, molto spesso anche dell’interferenza.”
La mostra a Palazzo Grassi è la più grande monografica dedicata in Italia ad Albert Oehlen, già protagonista di importanti esposizioni in tutto il mondo – tra le altre al Museo Nacional de Bellas Artes di L’Avana nel 2017, al Cleveland Museum of Art nel 2016, al New Museum di New York e alla Kunsthalle Zürich nel 2015, al Kunstmuseum di Bonn nel 2012 e al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nel 2009.
In occasione della mostra, Albert Oehlen presenta una painting performance domenica 8 aprile alle ore 14 e per tutta la durata della mostra il progetto “Cofftea/Kafftee”.
La mostra è accompagnata da eventi collaterali tra cui un incontro tra Jean-Pierre Criqui e Mark Godfrey, e i concerti di Steamboat Switzerland Trio e Ken Vandermark & Paal Nilssen Love duo.

Per info www.palazzograssi.it