La storia del Cane a sei zampe in mostra a Firenze
San Donato Milanese, 20 gennaio 2011. La mostra ‘Il cane a sei zampe” si trasferisce a Firenze dal 22 gennaio al 21 febbraio 2011. A ospitare la mostra itinerante, alla sua ottava tappa, sarà il palazzo dell’Archivio di Stato (via Giovine Italia, 6). “Il cane a sei zampe” è un’esposizione monografica che ripercorre la storia di Eni dalle origini a oggi, scandita dai quattro restyling del marchio, ideato nel 1952 da Luigi Broggini. Realizzata dall’archivio storico Eni, la mostra sarà gratuita e aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 18.
Immagini, documenti originali, memorabilia, filmati aziendali e vignette satiriche provenienti dal ricco patrimonio dell’archivio storico Eni e da collezioni private prenderanno per mano il visitatore consentendogli di ripercorrere la storia dell’azienda e di rivivere alcuni passaggi storici che hanno caratterizzato lo sviluppo non solo dell’azienda, ma anche di un pezzo della società italiana. La mostra costituirà anche l’occasione per approfondire la storia di un protagonista che ha avuto il coraggio di immaginare il futuro: Enrico Mattei.
Una sezione speciale è riservata alla storia del concorso indetto nel 1952 per trovare i marchi che avrebbero accompagnato la pubblicità della benzina e del gas, Supercortemaggiore ed Agipgas. Questa storia è stata ricostruita sulla base di documentazione originale, che sfata i tanti miti nati attorno all’origine di quel “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote” - secondo un felice slogan ideato da Ettore Scola – che ha accompagnato tante generazioni in oltre mezzo secolo di storia.
La parte finale dell’esposizione è dedicata al presente, con un’opera ispirata al Cane a sei zampe realizzata dalla sand artist israeliana Ilana Yahav, - una delle protagoniste delle nuove campagne Eni - e diverse altre opere grafiche firmate da giovani talenti.
Enrico Mattei visita gli stabilimenti del Nuovo Pignone Anni ’50 Italia, Firenze
Il profondo legame di Eni con la città di Firenze affonda le sue radici ai tempi di Mattei e alla sua amicizia con Giorgio La Pira, sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e poi di nuovo dal marzo 1961 alla fine del 1964. Nella Firenze multiculturale di La Pira, Mattei riconobbe un modello applicabile anche alla propria impresa, condividendo soprattutto l’idea di allargamento degli orizzonti all’Africa subsahariana. Dal canto suo anche La Pira vedeva in Mattei un “uomo nuovo”, in grado di farsi portavoce dei suoi stessi principi, trasformati in concreti rapporti economici e sociali.
Legato all’amicizia tra Enrico Mattei e Giorgio La Pira è il salvataggio della Fonderia di ferro di seconda fusione, oggi conosciuta come Nuovo Pignone. La maggiore realtà industriale di Firenze fu acquistata nel 1946 dalla Snia con l’intenzione di riconvertirla alla fabbricazione di telai tessili, produzione destinata a non decollare per la forte concorrenza internazionale. La Pira intervenne presso Mattei e riuscì a convincerlo ad acquistare l’azienda, salvandola in extremis. La Nuovo Pignone si rivelò un asset strategico dell’impresa matteiana, anche a livello internazionale, in occasione dell’accordo petrolifero con l’Unione Sovietica nel 1960.
di Renato Banfi