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Distilleria Schiavo, la rinascita della Grappa parte da cultura e mixology

altMarzo 2022 - Marco Schiavo e altri grandi produttori sparsi in tutta Italia sono stati i protagonisti dell’educational tour di Spirito Italiano. L’obiettivo? Re-brandizzare la grappa, ripulirne l’immagine e portarla nell’olimpo dei grandi distillati internazionali, posto che a tutti gli effetti le spetta.

Distillato italiano per eccellenza, la Grappa porta con sé una tradizione lunga un millennio, iniziata dalla Scuola Medica Salernitana e proseguita poi in tutta la Penisola. Attraverso i secoli inizia a delinearsi un profilo sempre più chiaro e condiviso, a discapito di tradizioni locali capillari indipendenti. Bisogna attendere il 1989 perché alla Grappa sia attribuita per legge una caratteristica fondamentale: essa deve essere ottenuta distillando direttamente la buccia dell’uva, la cosiddetta “vinaccia”.

Da lì l’evoluzione del prodotto Grappa diviene più chiaro sotto ogni punto di vista, dalla materia prima ai metodi e agli strumenti di produzione. Particolari trattati tutti in maniera approfondita da Spirito Italiano in occasione della tappa del tour a Cantina Castello di Tassarolo (Tassarolo, AL), di fronte a barman, stampa e operatori del settore.
 

Dalla presentazione dello strumento alambicco alla differenza tra alambicchi a ciclo continuo e a ciclo discontinuo, dalle proprietà della grappa alle classificazioni interne (quindi Giovane, Aromatica, Affinata, Invecchiata, Monovarietale), i punti toccati sono stati necessari a farsi un’idea del grande mondo Grappa, tentando di mostrare la cura e l’alta qualità che il prodotto ha raggiunto oggigiorno, grazie all’esperienza e al know how dei tanti produttori italiani. La Grappa non è più un distillato difficile, poco versatile, legato indissolubilmente all’idea di uomo duro con gusti forti, ma al contrario diventa a tutti gli effetti un distillato di alto livello, di qualità, con le sue sfaccettature, le sue possibilità e le sue aspirazioni nel mercato mondiale del beverage..
 

Una degustazione di grappe di diverse tipologie è stata proposta per mostrare questa ampiezza di prodotto: gusti differenti adatti a tutte le fasce di consumatori e a diversi momenti nel corso della giornata. Tra questi, la mixology.
 

Ancora raramente infatti la Grappa viene impiegata dai bartender nella preparazione dei tanti cocktail che vengono quotidianamente rivisitati (partendo dagli intramontabili classici internazionali). Spirito Italiano ha invece dimostrato, attraverso ricerca e sperimentazione, come anche il distillato italiano per eccellenza possa essere base interessante, divertente e adatta a realizzare cocktail freschi, gustosi e intriganti.
 

Partendo da una ricerca attenta per rendere il miele, abbinamento principe della Grappa, idoneo ad essere miscelato, muovendosi alla ricerca di sciroppi e alcolici ben abbinabili per gusto e alcolicità alla Grappa, sono stati realizzati 8 cocktail a base Grappa ben equilibrati, che hanno trovato il consenso del pubblico presente al tour.
 

Marco Schiavo, maestro distillatore di Costabissarra (Vi), ha creduto fortemente in questo progetto. Da anni impegnato nella realizzazione di grappe di qualità, ha voluto investire in questo progetto, partendo da una salda convizione.

“Secondo noi il futuro della Grappa si delineerà lungo due diverse strade. Da una parte la Grappa diventerà sempre più sartoriale, conquistando un segmento sempre più elitario, con un prodotto di altissima qualità. In contemporanea si evolverà nel mondo della mixology, con prodotti sempre di qualità ma magari meno importanti, che andranno ad affiancarsi ad altri distillati già oggi molto utilizzati - penso al Gin, alla Tequila, a cui la Grappa nulla ha da invidiare -, imponendosi come elemento di miscelazione anche all’estero”.
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Ricetta: Il sour che non c’è

Ingredienti:
1 oz 1⁄2 di Grappa La Proibita Distilleria Schiavo 1 oz 1⁄2 di Cordiale al cedro
Tecnica: Shake and Strain
Bicchiere: Coppetta vintage
Guarnizione: Zest di cedro