IDENTITA', PASSIONE E TRADIZIONE IN SARDEGNA: IL 1° MAGGIO A CAGLIARI FESTA DI SANT'EFISIO
A Cagliari è la festa per eccellenza. Non solo: è da considerare l’evento religioso e identitario che più caratterizza la Sardegna, per la partecipazione corale e sentita di tante comunità dell’Isola. Dal primo al 4 maggio si celebra Sant'Efisio: una tradizione nata oltre tre secoli e mezzo fa e tramandatasi sino ai giorni nostri, che coinvolge in intensi momenti di passione e devozione fedeli sardi e visitatori da ogni parte del mondo. La Festa di Sant’Efisio, giunta al 359esima edizione, ha come principio una promessa solenne fatta l’11 luglio 1652 dalla città al suo protettore. Da allora è sempre stata onorata, ogni primavera, con devozione e gratitudine profonde. La festa oggi si candida, con pieno merito, a diventare patrimonio dell’Unesco, dopo che il cammino del santo è di recente entrato ufficialmente a far parte degli itinerari religiosi regionali.
Ogni anno una processione maestosa, di colori e costumi, parte dalle stradine del centro di Cagliari, gremite di folla e trasformate in un tappeto coloratissimo di petali di fiori ed essenze profumate (il rito della ‘ramadura’). Si ripercorre il tragitto dal carcere in cui venne imprigionato il santo sino alla spiaggia di Nora (Pula), luogo del martirio; per poi tornare, tre giorni dopo (entro la mezzanotte), alla chiesetta da cui si è partiti. È un lungo pellegrinaggio con migliaia di devoti che sfilano a piedi, a cavallo o sulle ‘traccas’ (i carri a buoi ornati di fiori e frutta): circa 3500 persone in abiti tradizionali provenienti da tutta la Sardegna e oltre duecento persone a cavallo suddivise nei gruppi dei Campidanesi, dei Miliziani e della Guardiania. Per tutto l’anno ci si prepara alla festa. In ogni paese si dedica ogni cura agli abiti, preziosi e tramandati per generazioni. Cavalli e cavalieri si esercitano a sfilare in parata, i buoi vengono preparati alla fatica. La mattina del primo maggio la carrozza di Efisio, trainata da due buoi con le corna adorne di corone di fiori, parte dalla piazzetta del quartiere di Stampace, prima di lui sfilano fedeli in abito tradizionale, ‘traccas’, confraternite religiose, miliziani a cavallo, suonatori di launeddas, Forze armate e fedeli. I confratelli dell’Arciconfraternita del Gonfalone sfilano in abito penitenziale, col saio azzurro, le consorelle in nero, col velo in testa. Cavalcando in frac e cilindro accompagna il santo anche l’Alter nos, che rappresenta la municipalità (quest’anno sarà il consigliere comunale più giovane). Davanti al municipio, Efisio si ferma a ricevere l’omaggio della comunità, mentre suonano a festa campane delle chiese e sirene delle navi. È il momento più suggestivo, in cui la partecipazione è profonda. Iniziano il pellegrinaggio e le celebrazioni.
Efisio, originario dell'Asia Minore, visse nel III sec. d.C. Intrapresa la carriera militare, divenne un ufficiale dell’esercito romano. Inviato in Italia per contrastare la diffusione del cristianesimo, secondo la tradizione, si convertì in seguito alla visione di una croce splendente nel cielo (che poi si impresse nella mano) e sentendo la voce di Cristo che lo rimproverava per la sua missione sanguinaria. Di stanza in Sardegna, mentre i suoi soldati combattevano i barbari, Efisio divenne difensore del cristianesimo, disobbedendo a Diocleziano. L’imperatore ne comandò il martirio (15 gennaio 303 d.C.). Prima di essere giustiziato come estremo atto di fede, promise di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini. Il rito ha origine (1652) da un voto della municipalità di Cagliari (custodito nell’Archivio storico), nel quale s’invoca l’intercessione del santo per far terminare la peste, che allora devastava la città. L’intervento del santo placò l’epidemia. Come ricompensa ci fu l’impegno a celebrare il santo perpetuamente, una volta l’anno, con una festa solenne, portando la sua statua in processione dal carcere al luogo del martirio.
Nel 2014 il comune di Cagliari ha avviato le procedure per l’iscrizione del rito dello scioglimento del voto e della Festa di Sant’Efisio nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, secondo i principi della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale dell’Unesco, e in stretta collaborazione con l’Arcidiocesi, la Confraternita e i comuni di Pula, Villa San Pietro, Capoterra e Sarroch.
Con un decreto del 2 febbraio 2015, che ne riconosce la valenza culturale-turistica e spirituale, la Regione Sardegna ha inserito il percorso di Sant'Efisio nel Registro dei Cammini di Sardegna e degli Itinerari dello spirito. Un’ulteriore tappa nelle azioni di valorizzazione, già attivate da un accordo per la salvaguardia del rito e della festa, siglato dai comuni di Cagliari, Capoterra, Pula, Sarroch e Villa San Pietro, dalla Curia di Cagliari, dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici e dalla Soprintendenza provinciale per Beni architettonici, Paesaggio, Patrimonio storico-artistico. Il territorio che unisce i cinque comuni è fortemente attrattivo per un turismo legato a tipicità ambientali e archeologiche (lo stagno di Santa Gilla, la necropoli di Nora o il complesso nuragico di Antigori) ed eccellenze enogastronomiche.
Alle 10 del 1° maggio inizierà la processione con le ‘traccas’, gli abiti tradizionali, i cavalieri, i miliziani e la Guardiania. Il cocchio di Efisio si metterà in cammino a mezzogiorno percorrendo il centro fino al municipio. Il pellegrinaggio proseguirà poi col cocchio di campagna e la statua del Santo priva di tutti gli ornamenti preziosi, sino alla sua chiesa di Giorgino (arrivo alle 15). Tappe successive a Su Loi (Capoterra) e a Villa d’Orri (Sarroch). Trascorsa la notte a Sarroch, nella mattina del 2, tappa a Villa San Pietro. A mezzogiorno arrivo a Pula. Nella serata la processione giungerà a Nora, luogo del martirio. Nella mattina del 3, messe in suo onore e; nel pomeriggio, processione a mare; in tarda serata rientro a Pula. Il 4 il corteo ripartirà (alle 8) per Cagliari, arrivo in tarda serata. Prima di mezzanotte il voto sarà sciolto.www.cagliariturismo.it