In Umbria arriva la Pasqua con riti religiosi, mille sapori e il ritmo della black music.
Aprile 2019 - Manca davvero poco a Pasqua, periodo di grande misticismo, di grandi appuntamenti che si susseguono durante la Settimana Santa nel cuore verde d’Italia, l’Umbria, che si appresta a celebrarla come fa da sempre: rimanendo salda a quelle tradizioni autentiche che trovano radici in tempi assai remoti.
Vivere la Settimana Santa qui, in una terra di antica spiritualità, che ha dato i natali a molti Santi, è un’esperienza unica.
Nei borghi con i loro vicoli e le piazze, nei centri abitati più estesi, in ogni dove ci si raccoglie in preghiera tra le luci soffuse delle candele e le litanie di uomini e donne che accompagnano i più solenni momenti.
E’il venerdì santo – sarà il 19 aprile - quello dedicato alla processione del Cristo Morto.
Succede ad Assisi, luogo da sempre impregnato di misticismo, che per questa occasione vede la partecipazione di tutte le confraternite della città con un corteo che parte dalla Cattedrale di San Rufino solo con la statua della Madonna Addolorata a cui si aggiunge la statua del cristo morto dopo la tappa nella Basilica di San Francesco.
Manifestazioni simili sono in programma anche nel comprensorio della Valnerina, a Cascia, Monteleone di Spoleto e a Norcia. Particolarmente suggestiva è in quest’ultima con 400 figuranti in una processione che si snoda lungo le mura cittadine ove le scene della Via Crucis sono drammaticamente rappresentate in quadri viventi: la crudezza della rappresentazione cresce man mano che ci si avvicina alla crocifissione: si provano i brividi quando da lontano si cominciano ad intravedere le croci sulle quali tre uomini rivivono e fanno rivivere un dramma del quale ogni uomo si sente partecipe.
Anche a Gualdo Tadino si porta in processione il Cristo morto.
Un rito antichissimo che ricostruisce, attraverso 14 quadri e 200 personaggi, la Passione di Cristo, secondo la tradizione medievale tramandata dalla “Confraternita dei raccomandati”. La processione penitenziale si snoda per le vie del centro storico, accompagnata dal Cantico delle Laudi Sacre (dal Laudario Lirico Gualdese del 1200) e dal canto del Miserere.
Ma è a Gubbio che il Venerdì santo gode di un fortissimo sentimento e coinvolgimento, quasi quanto quello che qui si vive in occasione della Festa dei Ceri. La processione è organizzata dalla "Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce" e affonda le radici nel XIII secolo. I “sacconi” che suonano le “battistrangole” aprono il corteo; a seguire ecco i confratelli che portano il teschio simboleggiante il Golgota e i simboli della Passione. Poi sfilano i simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, pregevoli sculture lignee dell'artigianato locale. Dietro le statue del Cristo e della Madonna intonano le loro note i cantori del "Miserere", canto popolare tramandato per tradizione orale. La processione percorre le principali vie della città, partendo all'imbrunire dalla Chiesa di San Domenico in Piazza Giordano Bruno. Durante il suo passaggio vengono accesi grandi fuochi in alcuni punti del percorso.
Nel ternano, a Marmore, nel parco Libero Liberati invece va inscena la Rievocazione storica della Passione di Cristo: l'evento coinvolge oltre un centinaio di figuranti e si snoda tra le bellezze naturali di Marmore, sotto la luce soffusa e musiche a tema.
Spello, per celebrare la settimana Santa apre le sue porte all'arte, con la Via Crucis D'Autore dal 19 al 22 aprile.
Le quattordici stazioni della Via Crucis diventano una fonte d'ispirazione per artisti nazionali ed internazionali che per l'occasione realizzano dipinti da collocare nei luoghi più significativi del centro storico. La Via Crucis prevede delle soste davanti ai quadri per ascoltare il messaggio evangelico del Cristo Risorto. Una rappresentazione quasi teatrale della vita di Gesù ha luogo la domenica e il lunedì a Città della Pieve con i Quadri Viventi: nei sotterranei di Palazzo Orca avviene la tradizionale rappresentazione dei temi della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù a cui partecipano circa 40 figuranti. In ogni sala del palazzo ecco tutti i passi della Passione, con particolar riferimento all'Ultima Cena, la preghiera all'orto del Getsemani, l'Ecce Homo, la Flagellazione, la Pietà e la Resurrezione. Le scene si ispirano alla tradizione pittorica italiana del XVI e XVII secolo.
Ma i riti di Pasqua in Umbria non sono solo quelli legati alla religione. Pasqua è anche convivialità, voglia di stare assieme, nelle piazze come in tavola. La domenica è usanza sfidarsi all’ultimo uovo. E’ la tocciata o ciuccittu, una gara davvero singolare dove i giocatori si dispongono in centro con un uovo sodo in mano e a turno si picchia l'uovo dell'avversario. Chi rimane con l'uovo integro va avanti nella gara, mentre chi ha l'uovo rotto viene eliminato. La tradizione vuole che chi vinca la gara porti a casa le uova degli avversari sconfitti, per condividerle con la famiglia nel corso del pranzo pasquale.
L’uovo è anche al centro di un singolare concorso che si tiene ogni anno a Civitella Sul Lago.
Fino al 17 aprile è possibile partecipare con la decorazione dei gusci delle uova utilizzando ogni tecnica di esecuzione possibile. Le creazioni saranno in mostra, dal giorno di Pasqua fino al 1 maggio, giorno poi della premiazione. Le opere resteranno poi in esposizione permanente presso il “Museo dell’Ovo Pinto”.
Ecco che allora entra in gioco il lato enogastronomico dell’Umbria, a cominciare dalla regina indiscussa di questa festività. E’ la torta di pasqua, chiamata anche pizza di pasqua nel ternano o crescia nell'eugubino. Una torta salata a base di uova, farina e formaggi misti, soffice e gustosa, che nella tradizione veniva preparata dalle donne di famiglia il Giovedì Santo. Sottoposta ad una lunga lievitazione e poi cotta in forno a legna, non poteva essere consumata prima della mattina di Pasqua.
In Umbria, ancora oggi la domenica si celebra con questa prima colazione speciale a base di torta al formaggio, capocollo, uova sode, tutto rigorosamente benedetto. La mattina del Sabato Santo, infatti, le famiglie sono solite preparare un cestino contenente la tipica torta salata, del sale, le uova, alcuni salumi, il pane, del vino e la ciaramicola (quest'ultimo, un dolce tipico per i residenti nel Perugino) e portarlo in chiesa per la benedizione dei cibi. Questi alimenti hanno un elevato contenuto simbolico riconducibile alla tradizione cristiana: l'uovo che rappresenta la resurrezione, il pane emblema di Cristo come ‘pane di vita', il vino che aggiunge il simbolismo del sangue di Gesù, la carne che evoca il concetto di sacrificio.
Nel corso della giornata si prosegue con un grande pranzo che prevede la preparazione di una pasta fatta in casa come gli "agnolotti' ripieni di carne, le tagliatelle, i tortelloni di Norcia o gli strangozzi spoletini, a seconda della zona o della tradizione di famiglia. Come secondo piatto, tipico della Pasqua Umbra è sicuramente l'agnello, che viene cucinato arrosto e servito con delle fette di limone per esaltarne al massimo il sapore.
Come dolce ecco la ciaramicola, immancabile in tutte le famiglie della zona di Perugia. Si tratta di un torcolo all'alchermes di colore rosso, ricoperto da una glassa bianca di meringa e confettini colorati. L'accostamento del rosso e del bianco ricorda proprio i colori simbolo della città capoluogo dell'Umbria.
Tipica dell'orvietano, della Valnerina e delle zone del Trasimeno è invece la preparazione della Torta di Pasqua dolce, ricca di spezie e canditi. Non può mancare la Colomba Pasquale - diffusa in tutta Italia - simbolo della resurrezione di Gesù e messaggio di pace, il più importante che questa festività possa trasmettere dal punto di vista religioso.
E se poi si ha voglia grande musica, anche a Pasqua, immancabile è l’appuntamento con “Umbria Jazz Spring” a Terni, dal 18 al 22 aprile. E’ il più importante evento in Italia dedicato alla black music. Una sessantina di eventi, quasi tutti ad ingresso gratuito, con oltre 100 artisti in cartellone.
Per informazioni sull’Umbria: www.umbriatourism.it